Vaccinarsi contro il Morbillo

Le curve epidemiologiche di confronto tra epoca pre e post vaccinale dimostrano una netta diminuzione del numero dei casi nel corso degli anni. Appare inequivocabile che le vaccinazioni abbiano cambiato significativamente l'incidenza delle malattie per le quali esiste vaccinazione, salvando vite umane, diminuendo gli esiti di malattia, riducendo complessivamente la sofferenza della popolazione e migliorando la qualità della vita.

La malattia prima e dopo la campagna vaccinale in Italia

Il morbillo è una patologia infettiva diffuso in tutto il mondo. È una delle più frequenti febbri eruttive, sebbene sia molto meno comune da quando è in uso la vaccinazione con richiamo. Nei Paesi a clima temperato, colpisce i bambini verso la fine dell'inverno e a primavera.

Il morbillo è soggetto a notifica obbligatoria e rientra nelle malattie di classe II. Inoltre, in accordo con le indicazioni contenute nel Piano nazionale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2003-2007, nell'aprile 2007 è stato istituito il sistema di sorveglianza speciale del morbillo.
La Figura 1 mostra l'andamento in Italia delle notifiche annuali in classe II di morbillo dal 1970 al 2009 e l'andamento delle coperture vaccinali per una dose di vaccino anti antimorbillo (M) o morbillo-parotite-rosolia (MPR) entro due anni di età, dal 1985. Come si può osservare, all'aumentare della copertura vaccinale entro i due anni di età corrisponde una diminuzione del numero di casi di morbillo.

Figura 1: Notifiche annuali di morbillo e copertura vaccinale per M-MPR nei bambini entro 2 anni di età, Italia, 1970-2009. Fonte: ministero della Salute

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Figura 2. Numero di casi riportati di morbillo in Italia 2001-2010 (fonte dati: ECDC)

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